Basilica Collegiata, e il Barocco si affacciò su via Etnea

Se doveste chiedere ad un catanese informazioni su dove si trova la basilica Maria Santissima dell’Elemosina, trovereste sicuramente notevoli difficoltà. Avreste maggior fortuna indicandola con il suo nome più diffuso, vale a dire basilica Collegiata. Anche questo bell’esempio del Barocco catanese ha una sua avvincente storia, che parte già dal primo o dal secondo secolo d.C. in forma di piccolo tempio, al quale, nel quattordicesimo secolo, i re aragonesi conferirono il titolo di “cappella regia”, mentre nel quindicesimo secolo papa Eugenio IV istituì al suo interno un collegio di canonici, dal quale derivò la nuova denominazione di Collegiata. Dopo il terremoto del 1693, la chiesa venne riedificata, orientando la facciata in senso inverso rispetto a quello originario, con il prospetto sulla più importante strada della città ricostruita, la via Uzeda, poi Stesicorea, futura, e attuale, via Etnea. Su progetto del gesuita Angelo Italia, la chiesa venne ricostruita dall’architetto Antonio Amato e nella seconda metà del Settecento fu un altro grande e blasonato architetto di origine polacca, Stefano Ittar, a dotarla della splendida facciata, resa armoniosa dal movimento concavo centrale e dall’alternarsi simmetrico di colonne, fregi, nicchie, capitelli, medaglioni, mentre i tre ingressi corrispondono alle navate interne. L’abbelliscono le statue di san Pietro e di san Paolo, angeli, puttini, una serie di altorilievi e bassorilievi, mentre sopra la grande nicchia centrale campeggiano un’aquila e il piccolo campanile centrale con la campana a vista. Accanto, a delimitare il piccolo slargo che, attraverso la piccola scalinata, immette al sagrato, ci sono il collegio della Real Colleggiata (stavolta con due “g”) e il bellissimo palazzotto Biscari, residenza nobiliare progettata dal grande Giovan Battista Vaccarini. Due curiosità: dentro la Collegiata è ambientato il matrimonio fra i due protagonisti del “Bell’Antonio” di Vitaliano Brancati, Antonio Magnano e la bella Barbara (nel film di Mauro Bolognini (1960) avranno i volti di Marcello Mastroianni e Claudia Cardinale); nel 1890, proprio dentro il palazzotto Biscari, Giovanni e Giorgio Tscharner, due fratelli catanesi di origine svizzera, aprirono la mitica Birraria Svizzera, che di lì a poco, in una nuova sede, sarebbe diventata uno dei luoghi ufficiali della Belle époque catanese.

Testo: Nello Pappalardo

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Alessandro Saffo

Alessandro Saffo nasce a Catania il 14/01/1964. Opera come fotografo professionista dal 1985. Ha insegnato fotografia all’Istituto statale d’Arte di Catania Calabria in Cucina – 1° posto shortlist nella categoria Woman Chef L’Arancia Siciliana – 3rd Best in the world nella categoria Fruits Lavori editoriali e mostre fotografiche: Cercando la Sicilia, Il Segno della Presenza, Bimbi, Etna Akmè, Strongyle, Sicilia il cuore del Mediterraneo, Sicily The Island, Sicilia cantine e vini, Sicilia in cucina, Calabria in cucina, Calabria Terra Incognita, Spiagge in Sicilia, Sicilia Antica. Mostra reportage “La presenza degli italiani a Grenoble” Le sue immagini sono state pubblicate da: National Geographic, Geo, Geo Saison, Geo Guide, Stern, Meridiani, Meridiani Montagne, Viaggi del Gusto, Cucchiaio d’argento Domus, Bell’Italia, Qui Touring, Specchio, Espresso, Amica, Bing, Lonely Planet, Feltrinelli, Conde Nasta, Touring Editore, Michelin, In Viaggio, Time Out, Microsoft Windows, Microsoft Bing, Big Ben puzzle Hallstatt, Ravenburger, Globetrotte, teNeues, Trends&Classics, Voyages, Dove, Adesso, Merian, Poliglott, Merian, Le Routard, Marco Polo, Feltrinelli, Berlitz.