La strada più bella di Catania è stata anche l’apprezzato set del grande cinema italiano. È certamente uno dei luoghi di maggiore suggestione di tutto il centro di Catania. La via Crociferi e le sue tre chiese (quattro, se consideriamo quella di San Francesco all’Immacolata che si trova un po’ più giù, al di là dell’arco, e il cui prospetto è però ottocentesco) sono l’indispensabile meta per chi ama ed apprezza il Barocco. Senza considerare che sotto il manto stradale si nascondono i resti della città romana, altrettanto importanti dal punto di vista storico e culturale. Questo tratto che volge verso Sud è stato scelto, fra l’altro, come location di numerose produzioni cinematografiche. Apre la teoria di costruzioni settecentesche la chiesa di San Giuliano, nella quale, nel 1801, venne battezzato Vincenzo Bellini, quindi, di fronte sorge l’ex collegio dei padri gesuiti, annesso alla chiesa di San Francesco Borgia, che gli sta accanto. Adibito a centro di educazione per la parte più povera del popolo, sotto i Borbone venne trasformato in regio ospizio di beneficenza, quindi in riformatorio per minori, per diventare, nella seconda metà del Novecento, sede dell’Istituto Statale d’Arte. Da oltre un decennio è inagibile e in attesa di riqualificazione. In fondo sorge la chiesa di San Benedetto che unisce una parte del monastero all’altra al di là della strada, attraverso un arco che si dice costruito in una sola notte e che ha generato leggende di sapore boccaccesco. Testo: Nello Pappalardo
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