“Le Barriere del Suono”
Figlio di genitori sordi, già da piccolo mi sono ritrovato in un contesto che mi appartiene, difatti sono madrelingua L.I.S. (lingua italiana dei segni). Da sempre ho sentito il desiderio di dare alla collettività la consapevolezza di un linguaggio presente e da sempre ignorato da tutti. Vedevo comunicare i miei genitori ed i loro conoscenti utilizzando la gestualità delle mani e l’espressività del viso, accompagnato avvolte da piccoli suoni gutturali. Tutto ciò per me era “armonia in movimento”. Ecco perché quando iniziai ad apprendere seriamente i rudimenti fotografici, cominciai a capire che anche la fotografia poteva trasformarsi in un forte mezzo di comunicazione. Fu proprio in occasione di un esame di fine master che mi riproposi l’idea di creare questo progetto.
Ci fu dapprima quel piccolo pensiero scritto e da lì che, con l’aiuto coreografico di mio padre iniziai ad impostare tutta la serie di immagini che dovevano venir fuori. Dovevo catapultare il mio pensiero scritto in una sequenza ritmica, esatta e non casuale, senza interruzioni di immagini che lo raffigurassero fedelmente.
Ci impiegai 6 mesi nella ricerca del giusto soggetto, con un incarnato simile a chi doveva figurare nello scatto successivo, lo studio delle luci sia naturali che l’uso dei flash, capire quale doveva essere la tecnica di scatto e quale doveva essere quella in post produzione. Anche nel conciliare orari e disponibilità di tutti coloro che vi hanno partecipato.


Carmelo Spanò, classe 1978, conosce i primi cenni fotografici già all’ età di 12 anni, quando riceve da papà Giuseppe il suo primo kit Fuji. Crescendo tra Ilford e Minolta biottica, apprende le sue competenze collaborando con i fotografi della zona, si affina frequentando AIFE (associazione italiana fotografi emergenti), si fa notare per la sua voglia di trasmettere e condividere il suo lavoro. Questa passione, coltivata negli anni, lo porta alla ricerca essenziale del soggetto. Occhi, labbra, mani, sono punti cardine da dove inizia la comunicazione. E’ proprio per questo che Carmelo col suo progetto ne “Le Barriere del Suono” trova il punto di partenza. La comunicazione visiva basata sul linguaggio dei segni, attraverso la fotografia, diventa un modo nuovo di trasmettere e far conoscere ciò che spesso viene sottovalutato, se non dai decenni passati schernito e ghettizzato dall’ ignoranza collettiva. Ad oggi, un linguaggio a tutti gli effetti, con i suoi articoli, soggetti e predicati, ma che non trova il suo posto nell’ educazione civica generale. Questo progetto fotografico, vuole manifestare il linguaggio dei segni attraverso l’utilizzo attento e sapiente di luci e ombre, di tecniche e post produzione ed arte fotografica, enfatizzando la comunicazione gestuale del movimento, nell’evolutività dei segni, creata con la sequenza delle mani e dell’espressività del viso.
Cosa lo ha spinto a realizzare questo progetto?
Figlio di genitori sordi, si ritrova in un contesto che da sempre gli dimostra che comunicare non ha limiti, che si usi il verbo o che si usino i gesti, l’importante è interagire, lo dimostra creando immagini uniche nel suo genere.
In molti hanno documentato la lingua dei segni, con film, libri e musica segnata. Nel suo piccolo, lui, lo fa usando il mezzo fotografico (forse è anche il primo*).
*Il grande Renè Burri , scomparso nel 2014, all’inizio delle sua carriera aveva presentato qualcosa del genere, ma mai pubblicato).
Ad oggi questo progetto è alla sua quarta presentazione,con calendari futuri da stabilire:
- Sede AIFE (Associazione italiana fotografi emergenti).
- Ospite presso A.O.U. policlinico di Messina.
- Sala multimediale Rita Atria – Brolo (ME)
- C.da Martini nel comune di Sinagra (ME), luogo che diede i natali a papà Giuseppe.
info e contatti:
+39 3289225886